Il diritto all’oblio
Nell’era di internet e della digitalizzazione è emerso un tema estremamente rilevante che, invece, in passato, era ritenuto decisamente secondario: il diritto all’oblio.
Si tratta, appunto, di un diritto che assurge in capo ad ogni persona affinché le sue informazioni presenti sul web possano essere, ad un certo punto, dimenticate o, per meglio dire, oscurate.
Tecnicamente si parla di rimozione delle informazioni, mediante l’eliminazione della pagina che le contiene, ovvero di de-indicizzazione, e quindi di esclusione della pagina che le contiene tra quelle vagliate dai motori di ricerca.
Il diritto all’oblio, introdotto dalla normativa europea sul trattamento dei dati personali, il c.d. GDPR, all’art. 17, consiste nella possibilità per l’interessato di richiedere la cancellazione di dati allo stesso riferibili presenti su internet.
Diritto all’oblio nell’ambito oncologico
Questo tema, del diritto ad essere dimenticati, è parimenti molto rilevante per tutte quelle persone che hanno contratto un tumore e hanno vinto la loro battaglia contro la malattia: ciò in quanto a questi ultimi – in spregio a quanto previsto dall’art. 3 della Costituzione – risultano preclusi diritti concessi a tutti gli altri, tra i quali la richiesta di prestiti o mutui, la partecipazione ad alcuni concorsi pubblici, stipulazione dell’assicurazione sanitaria, etc.
La legge in ambito di diritto all’oblio per i pazienti oncologici
Finalmente, dopo anni di battaglie, pochi giorni fa il Senato ha approvato la Legge, già passata alla Camera, che vieta di richiedere informazioni su una pregressa patologia oncologica decorsi 10 anni dalla conclusione del trattamento senza che vi siano state recidive.
Per tutte le persone a cui hanno diagnosticato un tumore entro i 21 anni (rispetto ai quali la prassi sopra stigmatizzata produceva massimamente i propri terribili effetti) il termine è stato ridotto a 5 anni.
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